La logica di distinta base e cicli | |||
Nello schema logico della distinta base la produzione di un bene può essere vista come una serie di fasi di lavorazione ognuna delle quali ha degli input materiali (materie prime o semilavorati) e degli input immateriali (la manodopera, le macchine, ecc) ed ha come output un prodotto finito o un semilavorato (ed eventualmente uno o più sottoprodotti). La fabbrica (o laboratorio) viene poi suddiviso in uno o più reparti di produzione ognuno dei quali può essere composto da uno o più centri di lavorazione. Per esempio in una fabbrica di automobili vi sarà il reparto assemblaggio motori e il reparto verniciatura; il primo può essere diviso in centri che assemblano motori diversi; il secondo può essere diviso in centri VERNICIATURA 1 e VERNICIATURA 2. Mentre i reparti si distinguono per fare cose sostanzialmente diverse, i centri all'interno dello stesso reparto possono essere in qualche modo eseguire le stesse operazioni. Il centro corrisponde normalmente ad una macchina utensile o ad un gruppo di operai. L'esempio della bicicletta può essere d'aiuto. Supponiamo di essere una fabbrica di biciclette, che acquista tutti i componenti e si limita a verniciare i telai ed a 'montare' i vari pezzi sino ad ottenere le biciclette finite, pronte per la vendita. Semplificando potremmo supporre di avere due reparti, verniciatura e assemblaggio, e un solo centro verniciatura e due centri di assemblaggio (assemblaggio ruote e assemblaggio finale) : il primo si limita a montare le ruote (assemblando raggi, cerchioni, camere d'aria e copertoni) ed il secondo assembla la bicicletta finale unendo alle ruote montate dal primo, il telaio, i freni, il manubrio ed il sellino. Le fasi di lavorazione potrebbero coincidere con le mansioni dei vari centri oppure essere più analitiche. Abbiano quindi concettualmente :
Le varie lavorazioni possono naturalmente essere effettuate internamente da 'reparti' aziendali, ma in alternativa potrebbero essere commissionate a terzi, cioè effettuate esternamente da 'terzisti' (terzista=fornitore di lavorazioni). Così nell'esempio le ruote potrebbero essere montate da una azienda terzista. In questo caso si parla di lavorazioni esterne. Il semilavorato potrebbe perciò essere frutto di una lavorazione interna o di una lavorazione esterna. Idem per il prodotto finito. I materiali (inteso come materie prime) sono invece forniti sempre da un fornitore in senso stretto (fornitore di materie prime). La capacità produttiva di un centro interno si esprime solitamente in ore e minuti (es. 8 ore al giorno), ed i costi si determinano sempre sulla base di un costo orario. Per i centri esterni invece, la capacità produttiva si considera normalmente illimitata (sono problemi del terzista!), ed i costi relativi sono sempre al pezzo(o al metro, al kg, ecc), cioè in base all'unità di misura principale del semilavorato (o prodotto) oggetto e risultato finale della lavorazione. Naturalmente la quantità in cui un componente entra nella produzione di un prodotto finito o di un semilavorato dipende dalla tecnica produttiva (per es. occorreranno 2 ruote per fare una bicicletta e 56 raggi per fare una routa); stessa cosa vale per le quantità di lavorazione necessaria per una determinata fase di lavorazione (per es. occorrerà 20 minuti per montare una ruota e 45 minuti per il montaggio finale di una bicicletta). I componenti materiali sono identificati tramite il loro codice articolo così come sono codificati nelle anagrafiche di magazzino; le varie fasi di lavorazione sono invece identificate con con un numero di fase (una fase costituisce una frazione di un ciclo produttivo per cui un ciclo può avere più fasi). La distinta base e le lavorazioni del ciclo associato non è altro che la formalizzazione del processo produttivo (o meglio della tecnica che ci sta dietro, in questo senso si dice anche 'Scheda Tecnica') in base ai concetti su esposti. L'esempio della bicicletta sopra esposto può essere così rappresentato in due distinte basi (una per ogni fase produttiva), collegate tra loro dal fatto che l'output della prima (la ruota) è un input della seconda (la bicicletta) (in questo senso si parla anche di distinta base su 2 livelli; nei casi più complessi si può arrivare anche a 5, 10 20 livelli di distinta base)
Le quantità indicate nell'esempio si tratta di tipiche quantità 'variabili', cioè che vengono moltiplicate per il numero dei pezzi voluti per il prodotto finito (così per fare due ruote occorreranno 112 raggi e 2 copertoni, nonché 40 minuti di lavoro); esistono tuttavia casi in cui certi input entrano in misura non direttamente proporzionale al numero dei prodotti ottenuti o voluti : per esempio, in certe lavorazioni occorre predisporre una o più macchine , preparazione che richiede o può richiedere anche un tempo consistente . Questo tempo detto anche 'tempo preparazione macchina' o 'tempo di piazzamento' è indipendente dal numero di pezzi che verranno prodotti : in questo caso abbiamo quindi componenti lavorazione che entrano in quantità variabile e in quantità fissa insieme . Non è ammesso, per ora, il caso di un componente materiale che entra nella produzione in quantità fissa. Secondo una terminologia non corretta ma diffusa, l'output della lavorazione viene anche denominato 'Articolo Padre' mentre gli input della lavorazione (in particolare le materie prime) vengono denominati 'Articoli figli'. Lo schema adottato (e così come viene gestita da Business), fa si che ogni distinta base (intestata all'output principale del processo produttivo) può avere più reparti/centri di lavorazione, ognuno dei quali può provvedere ad una o più lavorazioni, e può avere n input di materiale (materie prime e semilavorati). Perciò per rappresentare un processo produttivo complesso, si possono usare una o più distinte basi. Normalmente, quando durante il processo produttivo si creano semilavorati autonomi (nel nostro caso le ruote), che possono essere utilizzati per prodotti finiti diversi, conviene intestare apposite distinte a tali semilavorati. In altri casi, però (tutt'altro che infrequenti, ma limitanti dal punto di vista del controllo della produzione),qualora lo scopo principale della distinta base sia quello di gestire il più automaticamente possibile i carichi e scarichi di magazzino, può essere utile ignorare il fatto che nel processo produttivo si formino dei semilavorati indipendenti, e rappresentarlo invece come se ogni prodotto avesse una sua formula particolare. (si provvede cioè a rappresentare un prodotto su un'unica distinta o che è lo stesso, su una distinta base ad 1 solo livello, anziche' rappresentarlo tramite diverse distinte, o che è lo stesso con distinta base su 'n' livelli) . Naturalmente, se l'unico scopo è la gestione dei materiali, l'indicazione delle varie lavorazioni può essere omessa completamente... |